In questo triste periodo, che ci vede ormai da un anno reclusi in casa e nel quale i rapporti sociali si sono diradati, abbiamo bisogno di qualcosa che ci faccia tornare a sognare, di esempi positivi che risveglino in noi la voglia di cambiare il mondo. A tal proposito vi consiglio la visione di un bel film, che trovate su Netflix, basato su una fantastica storia vera: “L’isola delle Rose”. La pellicola, diretta da Sidney Sibilla, racconta del progetto di Giorgio Rosa, interpretato da un bravissimo Elio Germano, un ingegnere che con lucida follia e una buona dose di utopia pensò di costruire un propria isola, dove si potesse vivere fuori dai condizionamenti e dalle restrizioni sociali; insomma, un luogo dei sogni dove esprimere a pieno la propria voglia di libertà. Era il 1968 e l’isola (una specie di piattaforma di 400 mq) sorse a 11.612 metri al largo della costa romagnola e 500 mt dai confini delle acque territoriali. Rosa realizzò la sua chimera in mare aperto, fuori dalla giurisdizione italiana. Purtroppo il suo sogno, come tutte le cose belle, durò poco, perché il governo italiano, completamente spiazzato e quindi spaventato, reagì duramente demolendo l’isola. Il potere tremò rispetto al sogno di un uomo, ebbe paura che quel simbolo potesse divenire il sogno di molti e riprodursi, allora decise di farlo svanire e destinarlo all’oblio. Ma non bisogna dimenticare che, come nell’inconscio freudiano, le esperienze vengono rimosse ma non cancellate e da un momento all’altro possono riaffiorare più forti di prima. Nulla è finito fino a quando avremo ancora la forza di sognare.